domenica 7 aprile 2013

Da EMOTIVITA' verso EQUILIBRIO EMOZIONALE: una trasformazione profonda


Assumendo come tesi certa che gli animali provano emozioni, vorrei inoltrarmi più a fondo in questo spazio, per scoprire come emotività ed emozioni vengano vissute e in che modo noi possiamo favorire l’ESPRESSIVITA' EMOZIONALE dei nostri animali e renderci consapevoli dell'importanza del ruolo che ricopre in relazione ai loro PROCESSI COGNITIVI e RELAZIONALI.



Quando entro in contatto con un animale e lavoro per aiutarlo nello stare meglio con se stesso e con le persone, il punto su cui mi concentro è ciò che di più profondo esprime e da cui è mosso. La sua emozione.

Differente è provare emozioni ed essere emotivi. Generalmente emotività ed emozione  vengono considerate ad un unico livello; c’è però un profondo divario di significato anche se le parole risuonano somiglianti: si possono provare emozioni senza essere emotivi.

L’emotività è un disordine del comportamento, nasce quando vi è una scollatura tra le anticipazioni intellettuali e il repertorio delle risposte motrici di cui si dispone. L’emozione, quando è emotiva, è globalizzante, così come la sensibilità, ed il pensiero diviene sincretico. Gli elementi circostanti, che costituiscono le vicinanze prossime o lontane della situazione, si riuniscono. L’emozione emotiva viene messa in relazione con le circostanze più fortuite, con la casualità degli eventi, ed ogni volta la stessa emozione insorgerà durante la rappresentazione di quella reale situazione che la provocò.

Le manifestazioni emotive sono rafforzate dagli stati di forte motivazione.

Entrambe le parole infatti, emozione e motivazione, derivano dal termine latino "moveo", che significa 'muovere, uscire, andare verso': l'etimologia richiama quindi un movimento.
Quando lo stato interiore dell’animale è spinto da una motivazione troppo forte, questa non potrà che essere collegata da un altrettanto forte stato emotivo.
I rinforzi, che stimolano proprio i circuiti della motivazione, Smuovono l’animale ad un livello profondo e non gli permettono di trovare libertà e indipendenza emozionale.

A livello fisiologico l’emotività dà origine a riflessi condizionati viscerali e neuro-vegetativi. Le reazioni fisiologiche investono anche le funzioni vegetative, come la circolazione, la respirazione, la digestione e la tensione muscolare. Le reazioni viscerali si manifestano con una perdita momentanea del controllo neurovegetativo, con conseguente incapacità temporanea d’astrazione del contesto emozionale. L’amigdala, parte del sistema limbico e regolatore delle emozioni, stimola la secrezione degli ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga (Adrenalina, Dopamina, Noradrenalina), mobilita i centri del movimento e attiva quelli del sistema cardiovascolare, i muscoli e l'intestino.
Le informazioni sensoriali possono arrivare all’amigdala attraverso due percorsi differenti: una via talamica (talamo-amigdala) ed una via corticale (talamo-corteccia-amigdala). La via talamica, definita anche strada bassa, fornisce solo informazioni generali sullo stimolo, in modo veloce e tempestivo, il che permette all’organismo di fornire una risposta immediata e quindi di far fronte a stimoli potenzialmente pericolosi prima di sapere cosa in realtà siano. Questo percorso è molto utile nelle situazioni pericolose. 
La via corticale, o strada alta, prevede invece l’invio di informazioni analitiche che forniscono maggiori dettagli riguardo la struttura percettiva dello stimolo con meccanismi di risposta adeguati a fronteggiare la situazione. Il percorso corticale manda all’amigdala una rappresentazione più esatta dello stimolo, l’informazione arriva in modo meno veloce ma è più accurata. Tali meccanismi sono filogeneticamente più recenti e direttamente legati allo sviluppo del linguaggio e delle strutture cognitive.


L’uomo, che parla di empatia e di comunicazione con l’animale, trovi un riferimento dell’emotività del proprio animale, che sia di tipo passivo o reattivo, nella propria emozione.
Siamo empatici o sono empatici? Chi sente? Chi trasmette?
Quante volte riconosciamo l’esagerata emotività nel nostro animale e non siamo consapevoli di quello che si muove all’interno di noi stessi?

Lavorando con gli animali, bisogna evitare o spezzare le situazioni condizionanti e quindi emotive, portando l’attenzione al riconoscimento della situazione presente per permettere un apprendimento e una riflessione razionale sull’informazione.

Il mio desiderio è trasformare l’emotività in equilibrio emozionale, in cui le emozioni sono presenti ma sono consapevolizzate e l’animale risulta cosciente dell’emozione che prova.
L’esperienza è la migliore alleata per fare credito agli elementi razionali quindi si tratta di considerare le esperienze come un percorso di profonda trasformazione.

La vera formazione trae nutrimento da una trasformazione profonda




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