Assumendo come tesi certa che gli animali provano emozioni, vorrei inoltrarmi più a fondo in questo
spazio, per scoprire come emotività ed emozioni vengano vissute e in che modo
noi possiamo favorire l’ESPRESSIVITA' EMOZIONALE dei nostri animali e renderci consapevoli dell'importanza del ruolo che ricopre in relazione ai loro PROCESSI COGNITIVI e RELAZIONALI.
Quando entro in contatto con un
animale e lavoro per aiutarlo nello stare meglio con se stesso e con le
persone, il punto su cui mi concentro è ciò che di più profondo esprime e da
cui è mosso. La sua emozione.
Differente è provare emozioni
ed essere emotivi. Generalmente emotività ed emozione vengono considerate ad un unico livello; c’è però
un profondo divario di significato anche se le parole risuonano somiglianti: si
possono provare emozioni senza essere emotivi.
L’emotività è un disordine del
comportamento, nasce quando vi è una scollatura tra le anticipazioni
intellettuali e il repertorio delle risposte motrici di cui si dispone.
L’emozione, quando è emotiva, è globalizzante, così come la sensibilità, ed il
pensiero diviene sincretico. Gli elementi circostanti, che costituiscono le
vicinanze prossime o lontane della situazione, si riuniscono. L’emozione
emotiva viene messa in relazione con le circostanze più fortuite, con la
casualità degli eventi, ed ogni volta la stessa emozione insorgerà durante la
rappresentazione di quella reale situazione che la provocò.
Le
manifestazioni emotive sono rafforzate dagli stati di forte motivazione.
Entrambe
le parole infatti, emozione e
motivazione, derivano
dal termine latino "moveo",
che significa 'muovere, uscire, andare verso': l'etimologia richiama quindi un movimento.
Quando lo stato interiore dell’animale è spinto
da una motivazione troppo forte, questa non potrà che essere collegata da un
altrettanto forte stato emotivo.
I rinforzi, che stimolano proprio i circuiti
della motivazione, Smuovono
l’animale ad un livello profondo e non gli permettono di trovare libertà e indipendenza emozionale.
A livello fisiologico l’emotività dà origine a
riflessi condizionati viscerali e neuro-vegetativi. Le reazioni fisiologiche
investono anche le funzioni vegetative, come la circolazione, la respirazione, la
digestione e la tensione muscolare. Le reazioni viscerali si manifestano con
una perdita momentanea del controllo neurovegetativo, con conseguente
incapacità temporanea d’astrazione del contesto emozionale. L’amigdala, parte
del sistema limbico e regolatore delle emozioni, stimola la secrezione degli
ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga (Adrenalina, Dopamina, Noradrenalina), mobilita i centri del movimento e attiva quelli del sistema
cardiovascolare, i muscoli e l'intestino.
Le informazioni
sensoriali possono arrivare all’amigdala attraverso due percorsi differenti:
una via talamica (talamo-amigdala) ed una via corticale (talamo-corteccia-amigdala). La via
talamica, definita anche strada bassa, fornisce solo informazioni generali
sullo stimolo, in modo veloce e tempestivo, il che permette all’organismo di
fornire una risposta immediata e quindi di far fronte a stimoli potenzialmente
pericolosi prima di sapere cosa in realtà siano. Questo percorso è molto utile
nelle situazioni pericolose.
La
via corticale, o strada alta, prevede invece l’invio di informazioni analitiche
che forniscono maggiori dettagli riguardo la struttura percettiva dello stimolo
con meccanismi di risposta adeguati a fronteggiare la situazione. Il percorso
corticale manda all’amigdala una rappresentazione più esatta dello stimolo,
l’informazione arriva in modo meno veloce ma è più accurata. Tali meccanismi
sono filogeneticamente più recenti e
direttamente legati allo sviluppo del linguaggio e delle strutture cognitive.
L’uomo, che parla di empatia e di comunicazione
con l’animale, trovi un riferimento dell’emotività del proprio animale, che sia
di tipo passivo o reattivo, nella propria emozione.
Siamo empatici o sono empatici? Chi sente? Chi
trasmette?
Quante volte riconosciamo l’esagerata emotività
nel nostro animale e non siamo consapevoli di quello che si muove all’interno
di noi stessi?
Lavorando con gli animali, bisogna evitare o spezzare le
situazioni condizionanti e quindi emotive, portando l’attenzione al
riconoscimento della situazione presente per permettere un apprendimento e una
riflessione razionale sull’informazione.
Il mio desiderio è trasformare l’emotività in equilibrio emozionale, in cui le
emozioni sono presenti ma sono consapevolizzate e l’animale risulta cosciente
dell’emozione che prova.
L’esperienza è la migliore alleata per fare credito agli
elementi razionali quindi si tratta di considerare
le esperienze come un percorso di profonda trasformazione.
La vera formazione trae
nutrimento da una trasformazione profonda
:) analisi meravigliosa
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