giovedì 16 giugno 2016

Ma chi lo dice che quando piove è brutto tempo?

Piove. In questi giorni continua a piovere. E tutti parlano del brutto tempo..

Ma chi lo dice che quando piove è brutto tempo?


Chi ha deciso che quando c'è il sole si dice che è bel tempo e quando piove è brutto tempo?
Di chi è questa prospettiva?

Faccio una piccola parentesi.
C'è un grafico che qualcuno forse conoscerà già.
E' un grafico che mette in relazione il tempo, presente, passato e futuro, con le emozioni che proviamo (preso in prestito da una bravissima formatrice, Miranda Sorgente).



Quante volte, consapevolmente o meno, giudichiamo? Persone, cose, eventi, noi stessi? Siamo così bravi a giudicare che giudichiamo anche il tempo! 
Ho fatto questa parentesi perché si parla spesso di prospettive, umane e animali, di antropocentrismo, di zoocentrismo, di chi pone al centro chi. Si parla di cambiare prospettiva, ponendosi in una prospettiva animale, cambiando punto di vista. 

Ebbene, gli animali giudicano il tempo?
Si svegliano al mattino dicendo "Che palle, è brutto tempo!"?

Certo, Johanna quando si sveglia e fuori diluvia, ci pensa due volte prima di uscire a fare pipi..però Johanna ama il bosco bagnato, sopra il tetto di foglie l'acqua cade, sotto ci siamo noi, un po' umidicce, ma felici, con l'odore di terra nutrita, umida, che evapora e lascia andare il calore all'aria.
Johanna ama quando il caldo è smorzato dalle nuvole, cerca l'ombra delle piante lungo il sentiero delle nostre camminate; gli odori con la pioggia si alterano, il vento porta profumi lontani, nuovi, a sorpresa.
I cani quando c'è un sole abbagliante, nel pieno del solstizio d'estate, con il termometro che sale sopra i 30 gradi, camminano sull'asfalto rovente pensando: "Che figata, è bel tempo, c'è un sole fantastico!" ???
Specialmente poi i cani nordici, i malamute, i pastori bergamaschi, i collie, i maremmani e tutti gli altri, col pelo fitto, lungo, arruffato..!
Ma non tagliateglielo per favore, ci pensano loro a fare la muta!
Ci siamo capiti?

Il Giudizio viaggia alla stessa vibrazione della Paura


(su questo si aprirebbe una parentesi ancora più grande)






Oggi è brutto tempo? E' bel tempo?
Nessuna risposta!
Oggi c'è il sole, oggi piove.
Senza giudizio. Con un sorriso.

E chi lo sa chi preferisce chi o cosa!





giovedì 6 agosto 2015

Cambiare prospettiva, con occhi accorti

Cammino in pineta. Una pineta di mare. Johanna accanto a me.
Devio dal sentiero principale,come spesso accade mi piace andare alla scoperta. Jo non sembra molto d'accordo... La convinco...e mi accontenta...
Il fondo è sabbioso, come se il mare fosse passato anche di qui. Inizio ad avvertire un fastidio sotto il piede, avvolto nei sandali. Sarà una spina. Mi fermo. Johanna mi osserva. Mi sfrego la pianta. Dentro di me penso...andata! Due passi...eccolo ancora lì  quel fastidio...devo avere una spina incastrata. Mi rifermo. Tolgo il sandalo. Strofino bene con le mani, mi osservo come una scimmia intenta a spulciarsi. Niente. Nessuna spina. Sarà andata, penso. Riparto. Johanna riparte con me, un po' fremente per tutte le soste. Due passi ed eccolo ancora lì, di nuovo, pungente, sotto al mio piede. Dove sei? Cosa sei? Sarà nel sandalo. Mi fermo, tolgo il sandalo. Johanna si ferma e mi guarda. Pulisco il sandalo. Tutto a posto. Possiamo ripartire. Un passo ed è ancora li....faccio finta di niente...immagino sia una di quelle sensazioni che ti restano incastrate nel corpo...quella delle pastiglie inghiottite che sembrano essersi conficcate in gola o delle spine appunto, che sono andate ma le senti ancora lì . Come i pruriti. Come gli odori. Ecco, si è capito. Dunque camminiamo. Ma è impossibile sia solo una sensazione... È verità quella che punge sotto il mio piede! Mi rifermo, Jo ormai avanti si accorge e si volta indietro ad osservarmi. Riguardo bene...nulla. Poi una luce si accende. Ciò che non vedevo si è mostrato come la realtà piu semplice. Sotto la suola un nugolo di spine conficcate, una delle quali profonda fino ad attraversare tutta la suola! La verità era così semplice...solo un po' nascosta. Bastava girare il sandalo, cambiare prospettiva, osservare da sotto ciò  che ero portata a guardare da sopra, uscire dallo schema che la mia mente si era creata. E Johanna già  sapeva, quando ancora cercavo di convicerla e lei sembrava non avesse alcuna intenzione ad avventurarsi in quella direzione...aveva ragione...!
Le storie che ci accadono raccontano. I sensi, i segnali, possiamo lasciarli scorrere come se non fossero accaduti, oppure li possiamo guardare e ci indicheranno un nuovo senso.

NON LIMITARE LA VITA ALLE TUE CONVINZIONI, AMPLIALE FINO AD ABBRACCIARE TUTTO QUELLO CHE LA VITA HA DA OFFRIRTI 

martedì 24 marzo 2015

Dare CONFORTO: una nuova via di Connessione

Confortare, dare conforto.
La parola deriva dal latino, cum fortis, e significa con forza, dare forza.
Nella parola c'è uno scambio.
Dare a qualcun altro.
 

sabato 27 settembre 2014

EMPATIA = Partecipazione+Identificazione+Magia


"Se una storia è un seme, noi siamo il suo terreno. Ascoltando la storia, riusciamo a esperirla come se noi stesse fossimo l'eroina che alla fine vince o cade. Se ascoltiamo la storia di un lupo, dopo per qualche tempo andiamo vagando come un lupo, e come un lupo sappiamo. Se ascoltiamo la storia di una colomba che finalmente ritrova il suo piccolo, dopo per qualche tempo qualcosa si muove  dietro il nostro petto ricoperto di piume. Se la storia racconta come venne sottratta la perla sacra che il nono drago teneva fra gli artigli, poi ci sentiamo spossate, e soddisfatte. In maniera assai reale, resta in noi un imprinting per il fatto stesso di aver ascoltato una storia.

lunedì 18 agosto 2014

Donne che corrono coi lupi


Leggendo ritrovo parole che suonano come fossero mie.


Ho avuto la fortuna di crescere nella Natura. Dai fulmini seppi della subitaneità della morte e dell'evanescenza della vita. Le figliate dei topolini mostravano che la morte era raddolcita da una nuova vita. Quando dissotterrai delle "perle indiane", fossili sepolti nella terra,compresi che la presenza degli esseri umani risaliva a molto, molto tempo prima. Appresi la sacra arte dell'ornamento adornandomi il capo con delle danaidi, usando le lucciole come gioielli notturni e le rane verde smeraldo come braccialetti. Una lupa uccise un suo cucciolo ferito a morte; insegnò la compassione dura e la necessità di permettere alla morte di andare al morente. I bruchi pelosi che cadevano dai rami e faticosamente risalivano strisciando insegnavano la determinazione. Dal loro solletico, quando mi passeggiavano sul braccio, imparai come la pelle può svegliarsi e sentirsi viva. Arrampicandomi sulla cime degli alberi appresi come un giorno avrebbe potuto essere il sesso.

CLARISSA PINKOLA ESTES
 



mercoledì 14 maggio 2014

Il valore dell'attesa


"Anche questo era un vantaggio dell’attesa: le dava la possibilità di riflettere".

Per un giorno intero ha trasportato bastoncini e rametti, instancabile.
Da qualche giorno, ha iniziato a covare. 
E ci osserva, ogni nostro movimento, ogni spostamento.



Attendere, aspettare, richiamare un futuro che arriverà.
Nell'attesa si prova un sentimento, un'emozione. 
L'attesa diventa dunque un sentimento, un'emozione, uno stato.
Anche gli animali conoscono l'attesa ed è proprio sulle emozioni che con essa scaturiscono che voglio porre l'attenzione. L'attesa può portare agitazione, ansia, insofferenza, frustrazione. 
Gli animali provano le stesse emozioni se non li aiutiamo a trovare un'altra via per vivere l'attesa o ancora di più se non ci accorgiamo di trasmettergliele noi stessi.

Perché nell'attesa si può anche provare la calma, può diventare un momento di ascolto e di osservazione, un momento in cui ci si ferma, veramente ci si ferma, e ogni cosa si fa chiara.

Trovare un valore nell'attesa è nato dentro di me nel guardare una merla che cova, in attesa certo, ma un'attesa fatta di osservazione sul circostante e su ciò che accade.
Gli animali sono maestri nell'attendere perché ciò gli da modo di valutare, di ragionare, di crearsi una mappa sul circostante, di scegliere.
Difficile trovare questo negli animali domestici: cani agitati, ansiosi nel momento in cui gli si chiede di attendere.
Ma così dovremmo fare innanzitutto noi ed aiutare gli animali che con noi vivono e condividono esperienze a fare lo stesso, a ritrovare il valore dell'attesa.

venerdì 21 febbraio 2014

Animali da fuga?

Cavallo animale da fuga.
Ma come funziona la motivazione alla fuga? Quali sono i meccanismi che scatenano questa risposta?